Chiesa della Santissima Trinità

Sull'arco dell'altare e sulla volta vi sono pitture di Riccardo Borghi, datate 1932, che ricordano il Salvatore con i misteri della salvezza: l'Annunciazione, il Dio che si fa uomo con la nascita, la Sacra Famiglia.
Sull'arco, a sinistra, accanto all'immagine dell'Angelo Annunciatore si legge la scritta “ Spiritus Sanctus superveniet in te”, a destra, di fianco alla Madonna, compare la frase “Quomodo fiet istud”.
Una decorazione caratteristica della chiesa è quella realizzata da muratori del luogo, che lavoravano molto in Svizzera, con una tecnica particolare che faceva parte della tradizione locale, quella del gesso a fuoco. Il colore, ben fissato nella calce, era poi lavorato così bene che l'effetto decorativo era quello del marmo.
Se si osservano le lesene sui pilastri lungo le pareti e il presbiterio, si ha l'impressione che sia stato utilizzato per la costruzione il marmo.
Tra il 1969 e il 1972 don Giulio, per rispondere alle nuove esigenze liturgiche, ha deciso di apportare alcune modifiche nel presbiterio: è stato tolto il pulpito in cemento e mattoni che sporgeva a dismisura sullo spigolo di congiunzione tra la parete di sinistra e il presbiterio; sono state smantellate le balaustre, che in parte si sono distrutte; è stato eliminato il piccolo altare che era quasi appoggiato alle balaustre; è stata accorciata la mensa dell'altare maggiore con l'eliminazione della parte in pietra grezza; sono stati tolti alcuni gradini per ampliare lo spazio tra l'altare antico e quello nuovo, ancora provvisorio.
La chiesa conserva solo in parte l'antica pavimentazione in cotto.